E’ stato facendo una ricerca su aziende italiane che offrono soluzioni Hardware con supporto per Linux e il Software Libero che mi sono imbattuto in Microtech. Mi e’ parso subito evidente di trovarmi di fronte ad un’azienda e a dei prodotti diversi e lo stesso supporto per Linux veniva presentato non come un’opzione da selezionare semplicemente in fase di acquisto ma come un vero e proprio valore aggiunto. Portatili, Tablet e Desktop dal design e dalle specifiche molto curate, con configurazioni razionali e ben dimensionate disponibili in una versione base e una pro, ma sopratutto la possibilita’ di scegliere tra Ubuntu e una distribuzione, realizzata ad hoc da Microtech, derivata da Ubuntu ma con Pantheon Desktop Environment e addirittura una soluzione con “Triple OS” un boot loader che consente di avviare le macchine con Windows o Ubuntu o Pantheon OS. Non mi sembrava che fosse solo un’operazione commerciale per attirare qualche appassionato ma una scelta strategica per fornire prodotti innovativi. Incuriosito ho cercato informazioni sull’azienda nata nel 2007 e ho trovato la storia interessante sul suo fondatore Fabio Rifici, e quindi contattati per avere maggiori informazioni per un articolo sono stati molto disponibili e mi hanno messo in contatto direttamente con Fabio e grazie alla sua gentilezza e disponibilita’ e’ nata questa intervista che racconta una storia personale fatta di passione, determinazione e una visione imprenditoriale unica nel settore.
Dietro alla tua azienda c’e’ la tua storia personale molto particolare, da maestro elementare ad imprenditore IT, come nasce la tua passione per l’informatica? quando hai deciso che sarebbe diventata il tuo lavoro?
La mia passione per la tecnologia prima e per l’ informatica poi è nata, probabilmente, insieme a me, con la voglia di smontare tutti quei giocattoli che puntualmente non riuscivo a rimontare. Ma fu certamente quel Commodore 64 che ancora ricordo bene, al compimento del mio decimo anno di vita, che fece nascere in me la passione per l’ informatica, attraverso il Basic. Ricordo che i miei genitori, dietro mia insistenza, lo avevano acquistato con il primo Floppy Disk Drive da 5.25”, che nel mio piccolo paese avevo soltanto io, all’ inizio. Fu un’ esperienza indimenticabile. Alla fine, tuttavia, riuscì a smontare (e rompere) anche quello. Ho compreso che sarebbe diventato il mio lavoro piuttosto tardi, intorno ai 29 anni, all’ epoca in cui fondai quella che sarebbe poi diventata la Microtech.
Quanto nell’imprenditore di oggi c’e’ ancora del maestro di un tempo?
Moltissimo, secondo me. Nel XXIII canto dell’ inferno dantesco, c’è una terzina che recita pressappoco così <<… Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino, e questi è l’arcivescovo Ruggieri…>>, quasi ad indicare che il conte Ugolino avesse perso il suo titolo nobiliare al momento della dipartita, mentre l’ arcivescovo Ruggieri avesse conservato il suo titolo ecclesiale oltre la morte, perfino nell’ oltretomba. Credo qualcosa di simile accada per i docenti i quali rimangono tali, per forma mentis, “vita natural durante”, per citare ancora il Sommo Poeta. La tecnologia sa essere complessa, in alcuni tratti. E la complessità, si sa, spaventa. Da ex docente, fin dall’ inizio ho sempre pensato al ruolo di Microtech come a quello di ad un moderno Prometeo, che ruba il fuoco agli Dei e lo porta ai comuni mortali. La mia missione di imprenditore rimane la stessa di quando ero docente : la semplificazione. “Less is more”, nella mia personale visione della tecnologia, è un imperativo categorico che spesso diviene trait d’union fra la complessità della tecnologia ed il suo volto umano, la sua capacità di semplificare la vita delle persone, talora anche di migliorarne la qualità, allorchè opportunamente percepita e compresa. Su queste fondamenta, ad esempio, è stato edificato Pantheon OS, un sistema operativo basato su solide fondamenta open source con un’ interfaccia umana estremamente piacevole, leggera e semplice da usare, sviluppata dal team di elementary OS ed integrata con alcuni tricks che rendono l’ esperienza d’uso “super-semplificata”.
Ti ha aiutato provenire da un mondo diverso con una formazione non tecnica per affrontare quest’avventura? Quanto ha contribuito il fatto che la tua idea imprenditoriale sia nata da una passione invece che da una necessita’ nel determinare quello che la tua azienda e i tuoi prodotti sono adesso?
Dal regno della fantasia letteraria a quello attuale dell’ immaginazione scientifica e tecnologica non passa molta strada, a mio parere. Penso che un tempo la letteratura, la poesia e la retorica rappresentassero i confini del regno della fantasia. Mentre la scienza e la tecnica erano certamente confinate all’ interno di un perimetro più rigido. Oggi immaginare qualcosa di incredibilmente strabiliante significa necessariamente pensare agli incredibili progressi della scienza e della tecnologia che rendono possibile ciò che fino a qualche decennio fa poteva essere inquadrato nella sfera delle arti magiche. Trovo entusiasmante pensare che ognuno di noi sia portatore di contenuti e valori che rendono unica ogni cosa che facciamo, meravigliosamente diversa da qualunque altra. La passione amalgama tutte le nostre attività ed è probabilmente il filo conduttore della nostra intera esistenza. Almeno così è stato per me. Penso che il mio tempo sia limitato e sarebbe uno spreco, in questo frangente, passare la vita guardando le lancette dell’ orologio, mentre faccio qualcosa che non mi piace fare. Ho avuto l’ opportunità di scegliere e, per quanto mi piacesse ciò che già facevo, ho scelto di provare a dedicarmi a tempo pieno a qualcosa che mi aveva sempre attratto e che non avevo mai approcciato in senso professionale.
Microtech e’ l’unico produttore di notebook e tablet italiano, penso sia difficile competere con i colossi, raccontaci come siete riusciti a ritagliarvi il vostro spazio in questo mercato e come avete cercato di posizionarvi?
Ci siamo chiesti semplicemente perché un cliente dovrebbe scegliere di acquistare un prodotto fabbricato da un’ azienda sconosciuta in provincia di chissà dove, in luogo di un prodotto realizzato da un qualche brand multinazionale estremamente noto. Siamo italiani, perciò la prima risposta che ci siamo dati è stata : il design. Come italiani siamo conosciuti in tutto il mondo per il valore del nostro design, in diversi settori dell’ industria. Tuttavia noi possiamo realizzare prodotti con un eccellente look&feel ma non possiamo condizionare il design degli altri brand, non possiamo pensare che il loro sia necessariamente peggiore del nostro. Così abbiamo compreso che avremmo dovuto individuare altri bullet points, fra i quali l’ identità. Non c’era e non c’è infatti nessun produttore, italiano e non, che offra tutta la propria gamma di prodotti in combinazione con OS open source, a scelta dell’ utente. Così abbiamo elaborato un modello di business “tailor-made”, incentrato sulla scelta del cliente. I prodotti vengono offerti con Microsoft Windows 10 Home, Pro, Pro for Education, Android x86, Ubuntu Linux, Pantheon OS oppure TripleOS, ovvero dotati di un nostro boot manager grafico che offre tre icone per scegliere di avviare altrettanti sistemi operativi, a scelta fra Windows 10, Linux o Android x86. Un’ identità unica nel suo genere, a livello mondiale, non solo italiano.
Come gestite i fornitori cinesi che producono OEM per voi? Fare produzione di qualita’ in Cina e’ possibile ma richiede una strategia ben definita, in particolare quando i volumi non sono quelli di una Apple o di una Dell, come lavorate su questo fronte?
Questo è uno degli aspetti più complessi del nostro lavoro. Attualmente siamo giunti alla conclusione che la scelta migliore è quella di acquistare dall’ Oriente solo parti semi-lavorate e completarne l’ assemblaggio in Italia, con relativa installazione delle nostre immagini software. In generale potremmo riassumere affermando che più cose sono sotto il nostro controllo diretto e meno problemi avremo nel post-vendita. In Cina ci sono aziende di ogni tipo, alcune delle quali rientrano all’ interno di un preciso eco-sistema industriale articolato indirettamente dai chip-makers. Mi riferisco al cosiddetto CTE (Chinese Technology Ecosystem) che provvede a realizzare parti semilavorate e finanche prodotti finiti, ma che il più delle volte si rivela deludente in termini di qualità industriale. Per evitare di ricevere prodotti di qualità scadente, Microtech dispone di un proprio team di Quality Control localizzato a Shenzhen ed effettua preventivamente e periodicamente audit su ogni singolo fornitore, a seguito del quale vengono effettuate ispezioni non a campione, come fa la maggior parte degli OEM, ma sul 100% della produzione industriale. Questo approccio, inevitabilmente, ha un costo maggiore ma mette al riparo l’ azienda ed i suoi preziosi clienti da possibili problemi progettuali e difetti di ogni genere.
Linux e il software libero, come e’ nata l’idea di fornire hardware con Linux preinstallato? qual’e’ il tuo rapporto con il mondo del software libero? lo frequentavi anche prima di decidere di includerlo nel tuo modello di business?
Nella mia personale visione il mondo dell’ open source, in generale, è una grande opportunità per tutti gli hardware vendors. Una terra di nessuno da popolare con prodotti e progetti, in sinergia con le communities che ne determinano lo sviluppo costante. Non a caso abbiamo sviluppato un protocollo d’intesa con la fondazione LibreItalia, la quale ci consente di preinstallare LibreOffice come suite da ufficio predefinita anche nel mondo Windows, portando i benefici dell’ open source laddove effettivamente questi possono generare una maggiore visibilità, in termini di volumi. Linux è poi qualcosa di diverso rispetto alla solita minestra riscaldata. Qualcosa da far conoscere, rispetto alla quale evangelizzare una vasta fetta di utenti che non sospettano neppure l’ esistenza di qualunque cosa diversa dai soliti Windows, Android e OS X. La stragrande maggioranza di coloro che acquistano i nostri devices con Linux preinstallato (frequentemente TriOS) sono persone che non hanno mai usato Linux in vita loro. E questa per me è una medaglia. Utilizzo Linux dai tempi delle prime Slackware 7.0 e Debian 2.2 “Potato”, all’ inizio per semplice curiosità. La cosa che mi prendeva di più era il carattere sfidante delle procedure d’installazione e compilazione del kernel, più che l’ utilizzo dell’ OS in sé e per sé. Successivamente ho seguito con grande interesso lo sviluppo delle GUI in ambiente Linux e quando ho ritenuto che potessero rispondere ai principali bisogni degli utenti ho pensato che fosse il momento giusto per l’ adozione.
Per un produttore di Hardware cosa significa poter preinstallare un sistema operativo libero e quindi slegarsi dal vincolo del fornitore?
In realtà Microtech è già slegata da qualunque vincolo rispetto ai vari fornitori, poiché anche le immagini di Windows vengono realizzate ed installate da noi in Italia (non potendo sapere prima come il cliente sceglierà di configurare il suo dispositivo). Occorre anche tenere a mente che il concetto di software open source, sovente, gira intorno a quello di open hardware, talora meno diffuso anche fra gli addetti ai lavori. In altre parole, se si decide di realizzare un prodotto su cui si dovrà installare, fra le altre, anche una distribuzione di Linux, allora occorre che tutto l’ hardware sia pensato per funzionare efficientemente in ambiente Linux. A partire dal display, ad esempio, piuttosto che dal Touch Panel o dalla Stylus Pen. Stiamo inoltre sviluppando una nostra release di CoreBoot, per sostituire il BIOS proprietario su alcuni nostri futuri devices e consentire una piena gestione dei sensori presenti sui dispositivi detachable già in fase di pre-boot, piuttosto che tecnologie multi-OS sempre più customizzate.
Questa cura del dettaglio, ad esempio, non è quasi mai possibile rintracciarla sui dispositivi dei produttori orientali.
Qual’e’ la proporzione tra le macchine fornite con Windows e quelle fornite con Linux o con dual boot? avete clienti aziendali che, grazie alla possibilita’ che offrite di aquistare soluzioni complete, integrate e supportate, sono migrati totalmente a Linux?
Fatto 100 il numero di macchine vendute, al momento, circa 70 sono equipaggiate con Microsoft Windows, 20 con TripleOS e 10 solo con Linux. Abbiamo non soltanto clienti aziendali che ci ordinano prodotti con Linux, ma anche moltissime scuole, specie in Trentino. Non direttamente perché noi non vendiamo direttamente al cliente finale, ma tramite la nostra rete di rivenditori.
Siete l’unico produttore a fornire un tablet con preinstallato Linux, ritieni che Linux su questo tipo di macchine (con tastiera e sistemi di puntamento) sia una valida soluzione rispetto ai prodotti Microsoft Surface o gli iPad (ora iPadOS supporta quasi necessariamente testiera e touchpad/penna/mouse)?
Siamo attualmente l’ unico produttore al mondo ad offrire un tablet con Linux preinstallato “out-of-the-box”. Ma Linux ha ancora molta strada da fare sui dispositivi detachable. Penso che Gnome, specie con la versione 3.36, abbia fatto passi da gigante in questo senso ma ancora molto resta da fare, specie in termini di fluidità, coerenza e stile dell’ interfaccia grafica. Probabilmente in Novembre 2020 vedremo qualcosa di più con Gnome 3.38. Occorrerebbe, tuttavia, progettare o riprogettare dalle fondamenta una GUI specificamente adatta ai dispositivi detachable. Ed anche qui ci vedo una grande opportunità, all’ orizzonte. Microtech sta lavorando, infatti, in questa direzione.
I vostri e-book offrono specifiche di alto livello ad un prezzo competitivo, sembra proprio che anche dietro la progettazione di queste macchine ci siano piu’ logiche guidate dalla passione che il mero profitto, la voglia di offrire prodotti belli ed affidabili oltre che funzionali. Qual’e’ la filosofia che ti guida nella definizione delle specifiche dei prodotti che vuoi realizzare?
La stragrande maggioranza dei LOEM (Local OEM) realizza qualsiasi prodotto partendo dal prezzo che dovrà avere. Microtech ragiona esattamente al contrario, realizzando il prodotto a partire dalle funzionalità che dovrà offrire. Il prezzo è la logica conseguenza della somma di tali funzionalità e caratteristiche. Non a caso molti dei nostri prodotti sono di tipo “slow-moving”, ovvero prodotti che si vendono lentamente. La filosofia che guida la definizione delle specifiche e del successivo prezzo è soltanto una : la qualità. Logicamente abbiamo anche prodotti diversi che si vendono molto velocemente, come e-book Lite, rispetto al quale non facciamo in tempo a vederlo arrivare che è già venduto. In una settimana è entrato nella Top 30 fra i migliori bestseller di Amazon, con oltre 1.200 unità vendute (solo in Italia e circa 10.000 unità prenotate nel canale B2B in meno di 15 giorni.
Non solo offrite Ubuntu ma avete anche sviluppato una vostra derivata che unisce alla solidita’ di Ubuntu un’interfaccia grafica ancora piu’ facile ed intuitiva Pantheon Desktop Environment, Panteon OS. Da dove nasce la necessita’ di realizzarlo e come credi che questo possa aiutare l’utente finale nell’uso di Linux?
Pantheon OS è la nostra interpretazione di come un sistema operativo Linux-based dovrebbe essere: essenziale, semplice ed intuitivo. Il miglior sistema operativo possibile è quello della cui presenza non ti accorgi neppure. Non dimentichiamoci di tenere gli occhi sempre sulla palla : le persone devono raggiungere degli obiettivi per mezzo delle tecnologie che noi offriamo loro. Il sistema operativo, per loro, è un mezzo, esattamente come il computer. Magari per qualcuno di noi, come per i Vostri lettori, potrebbe essere più di un mezzo, a causa della passione per l’informatica. Ma non dobbiamo mai perdere di vista l’ evidenza della realtà. Pantheon è nato su queste basi, per fare in modo che l’ utente possa navigare, scaricare e-mails, lavorare con una suite da ufficio, ascoltare musica e intrattenersi con dei video, piuttosto che effettuare videoconferenze o condividere materiali tramite le reti sociali. Più o meno quello che fa il 90% del genere umano.
Prevedi che Linux possa essere adottato sempre di piu’ come alternativa ai sistemi proprietari, anche nell’uso personale grazie alla possibilita’ di poter acquistare macchine con questo sistema preinstallato e supportato?
Questo dipenderà molto dalle scelte progettuali adottate dalla community e dal supporto che gli hardware vendors sapranno offrire, anche in termini di offerta formativa verso i clienti finali. Microtech sicuramente continuerà ad ampliare la sua offerta di dispositivi Linux oriented.
La situazione che stiamo vivendo in questi mesi ha messo in evidenza quanto la nostra scuola fosse indietro per quanto riguarda l’e-learning e il digitale in generale, Microtech e’ gia’ attiva nel fornire soluzioni ad insegnanti e studenti, e non posso non chiedere al Maestro Fabio quali siano le tue idee in merito e se hai gia idee per aumentare l’offerta Microtech in ambito education? Ci sara’ tanto da fare anche dopo la fine dell’emergenza, pensi che il software libero possa giocare un ruolo importante in questo?
Microtech è piuttosto conosciuta nel settore dell’ education, probabilmente anche a causa del mio lavoro precedente. Affinchè l’ open source si diffonda nelle scuole, secondo me, sono necessari diversi ingredienti. In primo luogo una classe dirigente che creda davvero nelle potenzialità dell’ open source e che non si limiti semplicemente a scrivere delle leggi per poi metterle nel cassetto più o meno volontariamente. In secondo luogo occorre formare i docenti, che sono le cellule del grande organismo scolastico. Senza un processo formativo adeguato l’ open source non si diffonderà mai nelle scuola. Perciò sostengo che occorra una volontà politica ben precisa per fare in modo che ciò accada. Microtech aumenterà l’ offerta di prodotti equipaggiati con tecnologie open-source ed integrerà, per il canale education, una collezione di applicazioni didattiche preinstallate, in maniera da offrire strumenti didattici già pronti all’ uso per livello di scuola.